La Fiamma del Drago

La Fiamma del Drago

C’era una volta, in una terra lontana che non compariva su nessuna mappa, una donna di nome Sem. Viveva tra le ombre di una foresta che nessuno osava attraversare. Il cielo sopra di lei era spesso coperto da nuvole grigie, e il vento raccontava storie di lacrime dimenticate. Nessuno sapeva da dove venisse Sem, ma tutti temevano il suo compagno: un drago.

Non era un drago qualunque. Aveva ali nere come la notte e occhi d’oro che riflettevano ogni ferita subita. Era nato dal fuoco del dolore, ma in quel fuoco, Sem aveva trovato un rifugio. Solo lei poteva avvicinarsi a lui, toccarlo, parlargli. Erano una cosa sola: lei portava il suo cuore spezzato sul petto, lui lo proteggeva con le sue fiamme. 

Per anni, Sem e il drago vegliarono sul vuoto. Nessuno arrivava. Nessuno cercava. Nessuno osava. 

Sem, nei silenzi lunghi come inverni, si sentiva fragile.

Fragile come una cristalleria antica dimenticata in soffitta: trasparente, luminosa, ma bastava un sussurro per incrinarla.

Solo il drago sapeva quanto le sue vene tremassero ancora, quante volte avesse stretto i pugni per non crollare, quante volte avesse cercato una mano che non c’era.

 Finché, un giorno, accadde qualcosa che Sem aveva solo sognato. Un uomo attraversò la foresta. I lupi lo seguirono, le ombre provarono a fermarlo, ma lui camminava come se conoscesse la via. Portava sulle spalle un mantello spezzato dal tempo, e Sem — quando lo vide — riconobbe ciò che aveva già visto nella sua mente molto tempo prima: la sua schiena. 

“È lui,” sussurrò al drago.

 Il drago, per la prima volta, abbassò le ali. Osservò l’uomo e non ruggì. Sem uscì dalla sua tana di silenzio, e quando i loro occhi si incontrarono, fu come se il tempo si piegasse per dar loro un’altra occasione. 

L’uomo non fuggì davanti al drago. Anzi, gli parlò. Raccontò del suo viaggio, del cuore anche lui ferito, della vita che voleva ricostruire con chi avesse la forza di guardarlo oltre le cicatrici. E Sem sapeva: era lui. L’uomo che il suo cuore aveva aspettato, anche quando la speranza sembrava morta.

 La foresta, allora, cambiò. I fiori ricominciarono a crescere. Il cielo si aprì in squarci di luce. Il drago spalancò le ali, e con un urlo che fece tremare le montagne, bruciò l’ultima ombra che circondava il cuore di Sem.

 Da quel giorno, Sem e quell’uomo vissero accanto al drago, che non era più solo il custode del dolore, ma anche della rinascita. La loro casa divenne un faro per chi si era perso, per chi aveva sofferto, per chi ancora credeva nei miracoli.

 E ogni notte, Sem si addormentava tra le braccia di lui, mentre lui le parlava sottovoce, la abbracciava forte, e le raccontava ancora una volta, come fosse una fiaba, del loro primo incontro nella foresta.

E nel calore della sua voce, Sem trovava pace.

 “ Perché a volte, l’amore arriva solo quando impari a danzare con il tuo drago”.

 A Leonardo 

Ti ho visto prima ancora di conoscerti.

Ti ho sognato quando non sapevo nemmeno che esistessi.

Sei arrivato quando non credevo più che potesse esistere un amore così — e sei rimasto.

 Tu non mi hai salvata…mi hai ricordato chi ero.

E con te, ogni giorno, scelgo la vita. 

Tu sei casa.

Tu sei la mia verità.

 -  Ubi Tu Ibi Ego  - 

                                     Sem

                                                                                                  

                    

 

 

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