
Olga la Civetta, Sem la Viandante e il Drago del Vero
Nel cuore di una foresta fitta, non lontano dal grande lago del Nord, viveva Olga, una civetta dalle piume grigie e dagli occhi sempre svegli.
Olga era famosa per una cosa soltanto: mentiva sempre.
Non bugie cattive, diceva lei. Solo piccoli aggiustamenti. Raccontava di aver visto un orso danzare sotto la luna, diceva che parlava coi lupi e che le sue piume cambiavano colore quando nevicava.
All’inizio gli altri animali l’ascoltavano con gli occhi spalancati. Ma col tempo avevano smesso di crederle.
«È solo Olga,» dicevano. «Fa finta. Esagera. Aggiunge un po’ di zucchero dappertutto.»
Ma una notte accadde qualcosa di diverso.
Il cielo era pieno di stelle in fuga e il vento sussurrava forte tra i rami, come se cercasse qualcuno. Olga, sveglia come sempre, sentì un suono sottile: un pianto.
Volò in alto, e tra gli alberi vide una scena che le fece gelare il becco: un piccolo cerbiatto era scivolato dentro un vecchio pozzo ghiacciato e non riusciva più a uscire.
Olga non esitò. Volò al villaggio degli animali.
«Aiuto! Un cerbiatto è in pericolo! È caduto in un pozzo!»
I tassi sbadigliarono. I ricci si girarono dall’altra parte.
«Un altro dei tuoi scherzi, Olga?» disse la vecchia volpe.
«Giura che è vero,» disse un gufo.
E Olga giurò. E piangeva. E chiedeva aiuto. Ma nessuno la ascoltava più.
Fu allora che, dalla foresta, emerse una figura silenziosa. Aveva capelli lunghi intrecciati con fiori selvatici e passi lenti ma sicuri. Era Sem, la viandante del lago, e al suo fianco camminava un drago dalle squame luminose come ghiaccio al sole.
Sem si avvicinò a Olga e le parlò con dolcezza:
«Ti hanno lasciata sola?»
Olga abbassò lo sguardo.
«Ho raccontato troppe bugie. Ora che dico la verità, nessuno mi crede.»
Sem annuì piano.
«A volte si dice una bugia per non ferire. Altre volte si finge per farsi i fatti propri, e intanto si dice che è per “proteggere gli altri”. Ma anche le bugie leggere, se crescono troppo, fanno ombra. E finiscono per spegnere la fiducia.»
Il drago allora si avvicinò al pozzo. Soffiò un alito caldo sul ghiaccio, che si sciolse come zucchero nel tè. Poi, con le sue ali forti e gentili, sollevò il cerbiatto e lo posò tra le foglie.
Il piccolo tremava, ma era salvo.
Sem si inginocchiò accanto a Olga e le toccò il petto con la punta di un dito.
«La verità a volte fa paura, ma non pesa. È come una lanterna nel buio: fa luce per tutti, anche per te.»
Il drago sfiorò il petto di Olga con il muso. Una piuma scura si staccò. Sotto, brillava una luce piccola, ma vera.
Da quel giorno, Olga parlò meno. Ma ogni parola era come una gemma: preziosa, ascoltata.
E quando raccontava una storia, anche i tassi, i ricci e la vecchia volpe si fermavano.
Perché ora sapevano: quella civetta diceva la verità.
Morale:
Le bugie possono sembrare coperte calde. Ma la verità è l’unico abbraccio che non si strappa mai.