Sem, il Drago e la Chiave del Perdono

Sem, il Drago e la Chiave del Perdono

Nel cuore di un bosco oscuro, dove le ombre sembravano sussurrare segreti, vivevano Sem e il suo Drago. Erano legati da un’amicizia forte, ma a volte anche loro sentivano il peso delle ferite nascoste.

Un giorno, Sem trovò una chiave d’argento, vecchia e graffiata, sotto una pietra spaccata. La chiave brillava, ma non con la luce del sole: era una luce ruvida, fatta di ricordi e dolore.

“Questa è la Chiave del Perdono,” disse il Drago con voce grave. “Non è facile usarla. Perdonare fa male, perché vuol dire affrontare ciò che ci ha ferito profondamente.”

Sem ricordò il litigio con la sua migliore amica: parole taglienti, silenzi lunghi, lacrime nascoste. Il rancore le aveva chiuso il cuore, come una porta sbattuta.

Ma stringendo la chiave tra le dita, sentì qualcosa cambiare dentro di sé: una forza dolorosa, ma vera.

Decise di cercare la sua amica, senza maschere e senza paura. Quando si incontrarono, i loro sguardi erano duri, pieni di rabbia e tristezza.

“Non posso più vivere con questo peso,” disse Sem, “ho trovato questa chiave. Vuoi provare con me ad aprire quella porta che ci chiude?”

L’amica esitò, poi annuì, come se anche lei volesse liberarsi.

Con mani tremanti, passarono la chiave tra di loro, come un ponte fragile tra due cuori spezzati. Non fu facile: riemerse la rabbia, le paure, il dolore. Ma lentamente, come un filo sottile che cuce una ferita, il perdono iniziò a farsi strada.

Il Drago soffiò un alito caldo e silenzioso, un abbraccio invisibile che avvolse Sem e la sua amica.

Sem capì che perdonare non è cancellare il passato, ma trovare il coraggio di andare avanti, anche quando fa male.

E la chiave? Quella chiave non apriva solo porte, ma liberava cuori prigionieri di rancori.

 

Dedica di Sem a chi legge:

“Perdonare non è facile. Fa male, a volte tanto. Ma è l’unico modo per non restare intrappolati nel dolore. Stringi la tua chiave, anche se ti fa tremare le mani. Dentro di te c’è la forza per aprire nuove strade.”

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